WILSON DOMMA, PREMIO ALLA MEMORIA ‘CITTA’ DI CIAMPINO 2019′

WILSON DOMMA, PREMIO ALLA MEMORIA ‘CITTA’ DI CIAMPINO 2019′

Wilson Domma

Wilson Domma nacque a Cosenza nel 1923 e all’età di 27 anni, nel 1950, si trasferì a Roma.

A Roma iniziò la sua attività di pittore che svolse, con successo, fino alla sua scomparsa nel 2003, ricevendo molti premi, riconoscimenti, titoli e onorificenze.

La sua formazione fu personale, non avendo frequentato nessun tipo di scuola artistica.

I primi anni furono molto difficili, sia dal punto di vista individuale che dal punto di vista artistico.

Non tutti, infatti, accettavano o capivano il suo modo di esprimersi informale e non legato ad alcuna corrente pittorica dell’epoca. Ma la sua tenacia fu più forte delle difficoltà.

La vita nella Capitale non inaridì il suo animo, ma anzi, proprio nel contesto urbano la sua pittura diventò un grido di allarme e di speranza. Nei suoi paesaggi, deserti di uomini, si possono solo ritrovare tracce di quella umanità che li ha abitati e nella natura, nuova e ritrovata, si avvertono i segni dei sentimenti che quella umanità hanno agitato e che lui rappresenta come in un sogno.

Lui però non è un sognatore e caparbiamente si aggrappa al suo tempo e combatte la sua battaglia con le armi a lui più congeniali: la semplicità e l’arte.

 I primi riconoscimenti giunsero all’inizio degli anni Sessanta, poi, finalmente, nel 1963 il primo premio prestigioso, a Roma, in una mostra collettiva al “Palazzo delle Esposizioni“ di via Nazionale.

Da quel momento fu un crescendo di attività, riconoscimenti e successi. Ricevette premi, titoli e onorificenze molto più di un vero accademico.

Ha esposto e venduto le sue opere nelle maggiori città del mondo (Bruxelles, Parigi,  New York,   Miami,   TorontoMontevideoSidneyZurigo).

E nelle maggiori città d’Italia (Milano, Verona, Piacenza, Pavia,  VicenzaPratoCiampinoCosenzaNapoliFirenze,  e tante altre ancora, tra le quali  San Remo al Casinò,  Venezia al Lido, e naturalmente,  Roma più volte a “Via Margutta” e al “Palazzo delle Esposizioni”).

A Piacenza aprì una Galleria d’Arte in cui promuoveva manifestazioni e attività artistiche.

A Prato aprì un’altra Galleria d’Arte, la “Galleria Muzzi” in cui promuoveva molte manifestazioni con gli artisti locali, con i quali partecipò alla fondazione del “Circolo dei Pittori Pratesi”.

Instancabile lavoratore, aveva il suo studio a Ciampino, in via Roma, e molti ancora oggi, dopo tanto tempo, ricordano quel signore dal camice bianco e dai capelli bianchi che nello studio al piano terra, con la finestra aperta sul balcone, tutti i giorni, ma proprio tutti, era lì, sempre intento a dipingere, dalle 8 di mattina alle 7 di sera.

A Ciampino fondò, insieme a molti altri artisti, il “Cenacolo degli Artisti Ciampinesi” di cui fu per molti anni Presidente e promotore, organizzando mostre, corsi di pittura e manifestazioni varie.

Grazie alla sua opera instancabile riuscì perfino a organizzare una mostra, per tutti gli Artisti Ciampinesi e dei Castelli, al “Palazzo delle Esposizioni” di Roma.

I principi informatori della sua arte non possono essere ricondotti a schemi predeterminati né tantomeno nell’angustia di correnti pittoriche già esistenti e definite. Pertanto la sua ispirazione è frutto di un lieto vagabondare nelle contrade dell’esistenza e dell’arte, per coglierne i momenti più significativi e cristallizzarli nella luce e nel colore dei suoi quadri.

Spesso soleva dire: “… le mie opere non sono mai dipinte dal vero, ma neanche sono soltanto frutto della mia fantasia….

…annoterei solo fuggitive sensazioni di un attimo se copiassi dal vero, sensazioni che a stento riconoscerei il giorno appresso …

ho bisogno invece di trattenerle per qualche tempo e di rielaborarle. Le porto perciò con me nel mio studio e lì diventano quadri …”

E ancora: “…la tecnica migliore per trasmettere sensazioni ed emozioni in pittura è l’uso dei colori che devono essere sempre affascinanti e basati su affinità e contrasti”.

Ecco spiegato perché la sua arte si evolve costantemente nella continua ricerca di tecniche nuove e di mezzi espressivi più congeniali a poter dare rappresentazione alle tematiche e alle istanze del suo spirito.

Geometria, cubismo, astrattismo, e poi il ritorno al figurativo in una nuova forma, segnano l’inquieto processo della sua pittura dove però si rinviene sempre la precisa, inconfondibile impronta della sua spiccata personalità.

C’è tanta luce nei suoi paesaggi, nei fiori, negli uomini e nelle cose, imprigionati nel tessuto narrativo dei suoi colori, e in questa luce si avverte un soffuso sentimento di contemplazione per il Creato, permeato sempre da una irrefrenabile vitalità.

Nel 2019 Wilson Domma ha ricevuto il “Premio Città di Ciampino “per la sua opera nel campo della pittura, sia a livello nazionale che internazionale.

Nell’occasione i figli hanno deciso e annunciato di voler donare due opere al Comune di Ciampino e alla cittadinanza.

Redazione Murales

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