REGIONE LAZIO. GRANDE GAFFE DI FINE MANDATO


Elezioni Lazio: la Regione sbaglia la data, Il Governo: “Urne anche lunedì 13”

DONATO ROBILOTTA SU www.affaritaliani.it

Grande gaffe di fine mandato

Il presidente Leodori dovrà riscrivere il decreto di indizione dei comizi elettorali: si voterà domenica 12 febbraio e lunedì 13 dalle 7 alle 15

di Donato Robilotta

Elezioni Lazio: la Regione sbaglia la data, Il Governo: "Urne anche lunedì 13"

Da qualche giorno mi interrogavo su che fine avesse fatto il decreto di convocazione delle elezioni regionali, dopo che oltre una settimana fa il vice presidente della giunta, Leodori, aveva annunciato al Presidente del Consiglio, Vincenzi, che si sarebbe votato il 12 Febbraio. Invece è tutto da rifare. Sul Bollettino ufficiale del 9 dicembre è pubblicato il decreto del vice presidente Leodori, sottoscritto il 7 dicembre, che indice le elezioni regionali per domenica 12 febbraio.

Insieme al decreto di indizione dei comizi è pubblicato anche il decreto di ripartizione dei 40 seggi spettanti alle circoscrizioni provinciali: Frosinone 4 seggi; Latina 4 seggi, Rieti 1 seggio, Roma 29 seggi e Viterbo 2 seggi. Mentre i rimanenti 10 seggi sono assegnati alla coalizione che vince le elezioni.

 

Il Consiglio dei ministri modifica la data del voto

A fine mattina però leggo il comunicato stampa del Consiglio dei Ministri, tenutosi nella stessa giornata, che riporta l’approvazione di un decreto legge che introduce disposizioni urgenti in materia di prolungamento delle operazioni di voto. In pratica il testo estende la durata delle operazioni di voto anche al Lunedì, dalle ore 7 alle 15, per i seguenti organi elettivi: Camera dei Deputati, Senato della Repubblica, Consigli regionali, provinciali e comunali delle regioni a statuto ordinario.

L’urgenza dell’intervento normativo, si legge nel comunicato, è dettata dalla imminenza del voto per il rinnovo dei consigli regionali del Lazio e della Lombardia e risponde all’esigenza di agevolare la maggiore partecipazione possibile dei cittadini alle consultazioni elettorali, anche in considerazione del crescente fenomeno di astensionismo.

Ma urne aperte per due giorni le aveva chieste Regione Lazio

Insomma un testa-coda evidente, la Regione Lazio indice le elezioni per un giorno e nello stesso tempo il Governo approva norma per votare su due giorni, come pure la stessa Regione aveva chiesto. Non una bella figura che ora obbligherà la Regione Lazio, non appena il decreto legge sarà firmato dal Presidente della Repubblica e pubblicato sulla Gazzetta ufficiale, ad annullare il decreto del 7 dicembre e a varane un altro che preveda il voto in due giorni, uniformandosi così al dettato governativo.

La Regione si è fatta prendere in contropiede

E’ incomprensibile come la Regione si sia fatta prendere in contropiede dal momento che lo stesso vice presidente Leodori a fine novembre, dopo le dimissioni di Zingaretti e il decreto di scioglimento del Consiglio da parte del presidente Vincenzi, avesse dichiarato che si sarebbe votato nel Lazio domenica 12 e lunedì 13 febbraio preannunciando così la firma del decreto di indizione dei comizi dopo aver contattato Prefetture e Ministero. Contatto che serve a chiedere al Ministero dell’interno, tramite il Prefetto di Roma, di gestire le elezioni regionali dal momento che la Regione non si è attrezzata per gestirle in proprio, come potrebbe e come altre Regioni fanno.

Probabilmente dopo queste interlocuzioni Leodori ha avuto chiaro che la data del voto è in capo al Presidente della Regione ma la durata è prevista da una norma statale, fatta propria dalla Regione con la legge 2 del 2005, e che attualmente prevede che si voti solo la domenica.

Dunque per poter votare in due giorni c’era bisogno di un intervento legislativo che modificasse il comma 399 dell’articolo 1 della legge 147/2013 – legge di stabilità 2014 – che stabilisce che a decorrere dal 2014 le operazioni di voto delle elezioni politiche, regionali, comunali e provinciali si tengono nella sola giornata di domenica dalle ore 7 alle ore 23. Che è quello che ha fatto il Governo.

E sulle nomine Egato, il dietront

Redazione Murales

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